giovedì 15 settembre 2016

Col cuore in mano

Sono rimasta profondamente turbata dalla vicenda di Tiziana. Profondamente turbata dalla leggerezza con la quale si affrontano certi argomenti.
Anche oggi ho letto dei commenti che suonavano più o meno come: "io l'ho visto il video, diceva che era consenziente e voleva farlo girare". Tante sono le domande che restano in gola, come ad esempio:

  • E se fosse tua figlia?
  • E se fosse stata un uomo?
  • È se fosse stata l'unica sciocchezza che ha compiuto in vita sua?
  • E se fosse nata in un paese meno bigotto e meno sessista?
Certo, che ci fai con i se, quando poi ci leviamo indignati solo nel momento in cui accadono certi eventi, salvo poi ricadere nel nostro torpore? 
È facile giudicare quando si è spettatori, ma non credo che ci sia qualcuno che, sotto l'effetto dell'eccitazione, non abbia fatto o detto cose sconveniente di cui a mente fredda ci si vergogna. Magari, certo, non tutti si fanno filmare e quindi non tutti finiscono alla gogna.
Ma quello che mi turba, mi scandalizza e mi intristisce di più in tutta questa vicenda è la completa mancanza di empatia. Come si fa a non provare a mettersi nei panni dell'altro? Come si può pensare che le cose capitino solo agli altri? Come si può ciecamente credere che stiamo guardando un video e non le sofferenze e le lacrime di una persona in carne e ossa? Siamo davvero così certi che un giorno la stessa sorte, magari per motivi diversi, non toccherà ai nostri figli e alle nostre figlie?
E un'ultima domanda mi attanaglia la mente, che significa al giorno d'oggi: libertà di parola? Qual è la mia libertà di dire quello che voglio, limitando fortemente la vita di un'altra persona? 

1 commento:

  1. Tanto per puntualizzare: http://www.picchionews.it/non-concepisco-il-suicidio-di-una-vacca-bufera-sul-vicepresidente-del-corecom-marche/

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