Quando porto mia figlia all'asilo, faccio fatica a non restare disturbata di fronte ai musi lunghi di tanti genitori. Da bambina mi hanno insegnato a salutare sempre, quindi la mattina mi capita di sorridere alle altre persone che incontro nel cortile della scuola. Il più delle volte, non ricambiano il sorriso e alcune si girano dall'altra parte.
Voi direte: "E questo che c'entra con lo stare bene?"
Ora ci arrivo, quelle poche persone che oltre a ricambiare il sorriso, magari si fermano a parlare (ma questo non solo nella scuola, in generale riguarda anche conoscenti e amici), alla domanda: "come stai/come va" rispondono:
- Bene, però... (e giù una lista di acciacchi o pseudo-problemi)
- Tiriamo avanti
- Potrebbe andar meglio
- Non mi lamento
Analizzandole, nessuna di queste presuppone uno "sto bene". Non che voglia arrogarmi il diritto di decidere della vita altrui, per carità, se hai mal di schiena lo capisco! Ma dal mio punto di vista:
- eliminare quel però,
- vedere effettivamente ciò che si ha oggi senza aspettare che vada meglio domani,
- "non lamentarsi" ma accettare serenamente quanto si ha,
Questo fenomeno può essere dovuto a due cose:
- davvero non sto bene, non mi basta quello che ho
- (almeno qui da noi, nel cuore delle Marche) si ha paura dell'invidia (cioè:"non ti dico che sto bene o che sono felice perché se no tu invidioso vedrai che mi rovini la vita)
Io faccio del mio meglio per dire va tutto bene -ogni tanto anche io ho un "però" da sollevare, eh- Sono felice di quello che ho: una vita normale, viviamo in tre con un solo stipendio, ho un mutuo, un prestito un marito, una figlia e un cane.
Tutto questo mi basta per svegliarmi tutte le mattine con un sorriso sulle labbra.
Tutto questo mi basta per svegliarmi tutte le mattine con un sorriso sulle labbra.
Fateci caso, la prossima volta che salutate una persona e vi fermate a chiederle come sta. La risposta potrebbe rientrare in una delle quattro elencate.
Magari, fatemi sapere il risultato della vostra "ricerca".