Anche oggi ho letto dei commenti che suonavano più o meno come: "io l'ho visto il video, diceva che era consenziente e voleva farlo girare". Tante sono le domande che restano in gola, come ad esempio:
- E se fosse tua figlia?
- E se fosse stata un uomo?
- È se fosse stata l'unica sciocchezza che ha compiuto in vita sua?
- E se fosse nata in un paese meno bigotto e meno sessista?
Certo, che ci fai con i se, quando poi ci leviamo indignati solo nel momento in cui accadono certi eventi, salvo poi ricadere nel nostro torpore?
È facile giudicare quando si è spettatori, ma non credo che ci sia qualcuno che, sotto l'effetto dell'eccitazione, non abbia fatto o detto cose sconveniente di cui a mente fredda ci si vergogna. Magari, certo, non tutti si fanno filmare e quindi non tutti finiscono alla gogna.
Ma quello che mi turba, mi scandalizza e mi intristisce di più in tutta questa vicenda è la completa mancanza di empatia. Come si fa a non provare a mettersi nei panni dell'altro? Come si può pensare che le cose capitino solo agli altri? Come si può ciecamente credere che stiamo guardando un video e non le sofferenze e le lacrime di una persona in carne e ossa? Siamo davvero così certi che un giorno la stessa sorte, magari per motivi diversi, non toccherà ai nostri figli e alle nostre figlie?
E un'ultima domanda mi attanaglia la mente, che significa al giorno d'oggi: libertà di parola? Qual è la mia libertà di dire quello che voglio, limitando fortemente la vita di un'altra persona?
Tanto per puntualizzare: http://www.picchionews.it/non-concepisco-il-suicidio-di-una-vacca-bufera-sul-vicepresidente-del-corecom-marche/
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